Teatro dei Rinnovati

Fu in occasione della visita del Granduca Cosimo I dei Medici, nel 1560, che venne presa la decisione di trasformare in luogo di spettacolo quella che era stata la sala del Consiglio Maggiore della Repubblica senese, edificata nel 1343.

Nacque così quello che oggi è il Teatro dei Rinnovati, recentemente restaurato (fra il 2004 ed il 2009) esaltando l’armonia e la bellezza del progetto che è sostanzialmente quello del 1752 firmato da Antonio Galli detto il Bibbiena, rivisto da Agostino Fantastici, protagonista assoluto del gusto romantico senese, nel 1832. Può ospitare oltre 600 posti a sedere distribuiti tra la platea e 88 palchi.

Il nome Rinnovati è quello dell’Accademia che nel 1802 fu costituita appositamente, subentrando all’altra accademia degli Intronati, per provvedere ai restauuri dopo il terremoto del 1798. Come consuetudine la nuova accademia acquisì un motto, il quale recitava “cangio la vecchia e nuova spoglia prendo”, ed uno stemma che rappresentava una serpe che cambia pelle.

Per ricomporre l’originaria linea cromatica voluta dal Fantastici, che per l’interno dei palchetti aveva scelto una tonalità di verde montano e che il restauro del 1950 aveva cancellato preferendogli un rosso bordeaux, è stata scelta una stoffa in seta a righe alternate lucide e opache, in sintonia con il verde presente nelle grottesche. Anche il color ruggine del velluto delle poltrone e dei tendaggi dei palchi è stato pensato in linea con le decorazioni del progetto ottocentesco. Il sipario è in pesante velluto verde, con frange e ricche bordature dorate.

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